Riforma delle pene per maltrattamento di animali in Italia

21 Nov , 2024 - news

Riforma delle pene per maltrattamento di animali in Italia

Via libera alla Camera, il testo passa al Senato.

La Camera dei Deputati ha approvato una riforma che inasprisce le pene per chi uccide o maltratta animali.

L’uccisione non necessaria di un animale sarà punita con la reclusione da 6 mesi a 3 anni, che possono salire a quattro se questa avviene «con sevizie o prolungandone volutamente le sofferenze»

Nel caso del maltrattamento senza uccisione le pene salgono fino a 2 anni, con un minimo di 6 mesi, accompagnati da una multa tra i 5 e i 30 mila euro che oggi è invece alternativa alla reclusione. La multa in caso di uccisione dell’animale è invece raddoppiata e andrà da 10 a 60 mila euro.

Diventano poi perseguibili d’ufficio l’uccisione o il danneggiamento degli animali altrui, con pene che pure qui arrivano fino a quattro anni, a cui potrà essere aggiunta una sanzione da 10 a 60 mila euro. Vengono inoltre estese le misure di prevenzione previste dal codice antimafia anche ai soggetti abitualmente dediti all’organizzazione dei combattimenti o al traffico di cuccioli. Per quest’ultimo è previsto un aumento delle pene fino a 18 mesi con multa fino a 30 mila euro.

A livello nazionale viene introdotto il divieto di tenere cani o altri animali alla catena, già previsto da alcune leggi regionali, con sanzioni da 500 a 5 mila euro.

Infine un punto su cui è stata registrata l’unanimità dell’aula, ovvero l’aumento delle pene pecuniarie previste dall’art 727 per l’abbandono o la detenzione degli animali in condizioni incompatibili, che passano a un massimo di 10 mila euro con un minimo di 5 mila, che in combinazione con le nuove norme del Codice della strada che prevede una pena maggiore in caso di abbandoni sulle strade o nelle loro pertinenze (rientranze, aree di sosta, svincoli) porta l’ammenda minima a poco meno di 7 mila euro.

La proposta, sostenuta da Michela Vittoria Brambilla, mira a trasformare gli animali in soggetti di diritto, cambiando il titolo del codice penale da “Delitti contro il sentimento dell’uomo per gli animali” a “Delitti contro gli animali”. Le nuove norme aumentano le sanzioni pecuniarie e introducono misure di prevenzione riguardo ai combattimenti clandestini e al traffico di cuccioli. Questa riforma è considerata storica e risponde a una crescente domanda di protezione animale da parte della società.


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